Politiche Sociali

POLITICHE SOCIALI

Durante questa legislatura verranno discussi i termini precisi del cosiddetto  TTIP, CETA,  (trattati per la partnership transatlantica di libero scambio con USA, Canada) che mirano a dare  mano libera alle multinazionali concedendo loro la possibilità di  ottenere dei risarcimenti per eventuali mancati introiti da parte di Stati attenti alle politiche sociali che si opponessero a pratiche commerciali delle multinazionali non rispettose dei diritti sociali o ambientali dei vari paesi europei. In questo senso sarebbe un suicidio eleggere al parlamento europeo deputati di partiti ultraliberisti convinti che le imprese europee per essere competitive nel mercato globale debbano abbassare i livelli di protezione sociale in Europa, e che sono collusi con le grandi multinazionali, banche d’affari e centri di potere economico.
Invece bisogna battersi per un “Social Compact” che miri al benessere dei cittadini e dei lavoratori, non alla massimizzazione dei profitti dei grandi gruppi  industriali finanziari ed energetici, che comprenda anche una strategia europea per il Reddito di Cittadinanza, l’esportazione dei diritti dei lavoratori europei anche nei paesi emergenti, invece che la rassegnazione all’abbassamento dei diritti in Europa. Gli unici candidati che hanno delle strategie precise per un Social Compact Europeo sono quelli del M5S. Gli aspetti sociali in Europa però non si esauriscono solo con queste tematiche. Una attenzione particolare va posta contro le politiche di sfruttamento umano Europeo e non europeo, dove oltre il 30% della popolazione europea lavora ma è povera.  Il metodo che ha misurato questo livello di povertà lavorativa, che io chiamo sfruttamento è il Metodo Gini  vedi link [pdf-embedder url=”http://cobellostefano.info/wp-content/uploads/2019/02/esercitazione-3-2015-04-13-12-36-39.pdf”]

Il quale ha determinato i seguenti risultati a livello europeo e che vanno superati con delle politiche sociali lavorative sovranazionali e non liberiste.

Cresce nell’Ue il numero di persone che pur lavorando vivono sotto la soglia di povertà

Cresce nell’Ue il numero di persone che pur lavorando vivono sotto la soglia di povertà

Tra i Paesi europei Italia al quinto posto in termini percentuali e addirittura al primo in termini con oltre tre milioni di cittadini in difficoltà

Source: www.eunews.it/2018/03/16/lavoratori-rischio-poverta-unione-europea/102658