“Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. E’ nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee”, ha scritto Annalisa Savino, in merito a quanto avvenuto sabato scorso davanti a un’altra scuola fiorentina, il liceo classico Michelangiolo dove due studenti di un collettivo di sinistra sono stati pestati con calci e pugni da almeno sei appartenenti all’organizzazione di estrema destra Azione studentesca.

La dirigente scolastica nella lettera scrive: “Siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza”.

“Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura – conclude la dirigente scolastica – Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.

Vorrei anche ricordare le centinaia di sindacalisti uccisi a manganellate dai fascisti a Verona perché si erano opposti alla riduzione del 50% del salario alle donne lavoratrici in agricoltura e quelle manganellate con aggiunta di olio di ricino subite da mio nonno e moltissime altre persone perché non andavano in piazza a cantare Faccetta Nera. Speriamo che il fascismo non torni mai più nel nostro paese.

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