Programmi e Politiche Europee

Da 30 anni di lavoro nell’ambito dei programmi comunitari e le politiche Europee, prima come Coordinatore della Fondazione Europa Italia per l’Innovazione delle PMI e poi come coordinatore della rete di Scuole Permanente Polo Europeo della Conoscenza www.europole.org  dove gestisco circa 20 Progetti europei all’anno ed oltre ad essere in 4 Network Europei  ho messo in atto negli ultimi anni protocolli di collaborazione con Spagna, Turchia, Lituania, Macedonia, India, USA e molti altri paesi. Il mio compito è quello di supervisionare i progetti, partecipare ai vari meeting europei ed extra europei, fare le scelte politiche della rete, organizzare circa 30 eventi formativi sul territorio Nazionale, partecipare a conferenze sulle tematiche inerenti, organizzare e tenere corsi di formazione tematici e organizzare una conferenza internazionale all’anno. Gli aspetti che ho curato maggiormente negli ultimi 20 anni di attività in ambito europeo sono stati quelli legati al mondo degli ultimi, poveri, immigrati, orfani, disabili, emarginati, discriminati ecc. Attraverso i progetti europei ho portato 12.000 insegnanti a confrontarsi in Europa ed aprirsi a nuovi approcci culturali e forme pensiero. Per me l’Europa ha rappresentato e tuttora rappresenta un sogno di integrazione, di apertura culturale, di innovazione e solidarietà. Purtroppo o per fortuna nella mia carriera ho anche fatto il redattore  giornalista sull’euro per una società di Milano La Business Press, incaricata dal Ministero dell’economia italiana dell’epoca, Carlo Azeglio Ciampi e dalla Commissione Europa in collaborazione con la TIN ora TIM per scrivere 20 articoli alle settimana sull’euro e l’entrata dei paesi europei nell’euro. Ho così avuto la possibilità di conoscere in modo approfondito le dinamiche della Moneta Unica ed i suoi molteplici problemi. Il vero problema della moneta unica, a mio avviso non è il signoraggio, cioè il guadagno nell’emettere valuta e distribuirla al suo valore nominale, perché questi capitali rientrerebbero poi, ed i condizionale è d’obbligo, attraverso la Banca centrale italiana ( se questa fosse nazionale e non privatizzata al 95%). Spesso mi chiedo perché non rinazionalizzarla, renderebbe, solo son il signoraggio circa 40 miliardi di euro all’anno. Il vero problema è che la BCE non permette agli stati dell’euro di accedere direttamente ai prestiti  di denaro della BCE, attualmente a tasso 0, ma devono andare a chiedere soldi per finanziarsi, avendo perso la sovranità monetaria, sul mercato secondario. Cosa vuol dire? rendere un paese ricattato dalla banche e dalla grandi aziende finanziarie speculative del mondo.  Come? Semplice, lo Stato ogni anno deve andare ad elemosinare dai privati ma sopratutto dalla banche, ovvero da chi ha uno scopo puramente di lucro, i soldi ( attraverso titoli di stato , bot cct, ecc) per finanziare i suoi servizi, scuola sanità, che non hanno uno scopo di lucro. Ogni sociologo ben sa che nessun paese riesce a finanziare il welfare solo con le tasse, ma deve usare l’arma dell’emissione di valuta. Quindi il nostro paese non potendo emettere valuta, è ricattato dal famoso spread dalle banche e dalla finanza mondiale a cui non interessano il servizi e il welfare di un Paese ma solo il pure sterile profitto personale.  Da qui parte la scala in discesa verso  la fine della società equa e solidale, dal lavoro sempre più alienante e accelerato, alla corsa suicida ai consumi.  L’unico modo che abbiamo per fermare questa autodistruzione dell’umanità e la cultura, l’educazione, che non possono per loro stessa natura seguire i ritmi della finanza  e della tecnologia. L’educazione non l’istruzione, badate bene, è un processo lento, di relazioni e interazioni. Da qui il mio impegno di persona prima che di sociologo ed europeista per il mondo dell’educazione e della ricerca.