Privatizzare le Università italiane vuole dire tante cose. Oltre a non renderle accessibili a molte fasce sociali per i costi esorbitanti, le potrebbe anche mettere sotto “ricatto” delle multinazionali finanziatrici che farebbero fare ricerca solo a senso unico, il loro. E’ il caso della Monsanto che finanzia alcuni atenei italiani, i dipartimenti di nano tecnologie, al fine, pare di far passare come “innocui” o “utili” le sementi OGM. Su Questo tema e la libertà degli agricoltori di piantare sementi antiche non OGN si è spesa una grande eco-guerriera indiana Vandana Shiva che è stata a Verona a dicembre per parlare proprio di questo tema. L’ENI invece che, come vedrete finanzia diversi atenei italiani, ora grazie ad una sentenza di stato, su denuncia di Greenpeace, deve mostrare quali atenei finanzia e quanto. In questo modo l’ENI filantropicamente indirizza la ricerca sia per ricerca pura che per interessi vari. Leggete il bellissimo articolo del fatto quotidiano e la vittoria legale della straordinaria Associazione Greenpeace.
Il Consiglio di Stato dà ragione a Greenpeace. Le università dovranno rendere pubblici eventuali accordi con Eni – Il Fatto Quotidiano
“Massima conoscibilità e trasparenza” di tutte le informazioni che riguardano l’ambiente o possono influire sulla sua tutela. Il Consiglio di Stato ribadisce un principio già espresso dal Tar dal Piemonte, respingendo il ricorso presentato contro una sentenza del tribunale amministrativo da Eni che…